isola bella sicilia

Le riserve naturali nella provincia di Messina

Adatte per appassionati di free climbling, passeggiate, birdwatching con Aquila reale e la rara Coturnice di Sicilia.

Bosco di Malabotta

A pochi passi da Roccella Valdemone, paesino aggrappato su un costone roccioso meta di appassionati di free climbling, quest’area, posta sull’alta valle Alcantara guarda a non molta distanza ai Nebrodi ed alle Rocche del Crasto. Sotto una fitta vegetazione boschiva si rivela il torrente Licopedi di Roccella, che poco più giù confluisce nell’Alcantara.

Il Bosco di Malabotta è un'area di eccezionale valore naturalistico, si tratta di una vasto comprensorio naturale fra Roccella Valdemone e Montalbano Elicona, dove su sedimenti ora argilloso-arenacei, ora su rocce alluvionali e calcaree si è spontaneamente formato un ecosistema ricchissimo di flora e fauna.

La riserva è punteggiata da numerose alture: Pizzo Castelluzzo, Serra Castagna, Pizzo Daniele e Pizzo Galera, ora rivestiti di fitto bosco, con alberi centenari, ora aperti a vaste radure abitate dai suini neri, ora torrenti impervi in cui si riproduce la rara trota macrostigma.

Il sottobosco conta il biancospino, la rosa selvatica , lo sparzio spinoso ed offre riparo a volpi e cinghiali, donnole e martore. Significativa la presenza del topo quercino.

Deviando dalla strada che conduce al bosco di Malabotta, facilmente si accede alle Rocche dell’Argimusco, altopiano che si eleva ad un’altezza superiore ai mille metri, con vista sull’Etna, lo Stretto di Messina e le isole Eolie, su cui si innalzano megaliti di calcare che vento e pioggia hanno eroso conferendo loro strane forme. Un'altra interessante escursione è quella al bosco Pittari, nel Comune di Malvagna.

Fiumedinisi

Questa riserva è stata voluta per la presenza di elementi geomorfologici di rilievo ed aspetti vegetazionali rari, sul piano degli aspetti geomorfologici, una delle caratteristiche più interessanti è la stratificazione, nel sottosuolo, di metalli pesanti. Questa parte del messinese conta circa 15 miniere dei più vari metalli: rame, zinco, argento, antimonio, ferro, piombo.

Nell'elenco delle popolazioni vegetali, vanno menzionate la roverella, i castagni, le noci ed i gelsi, e l'erica arborea. Più in alto, sopra gli 800 metri, è il regno dell'acero montano, dll'agrifoglio, dell'alloro. Tutta la zona è interessata dal fenomeno delle fiumare, aree solcate da eventi torrentizi, processo comune a tutta l'area dei Peloritani.Una menzione a parte va fatta per l’aquila reale, che qui nidifica, e per la rara Coturnice di Sicilia, specie minacciata, citata nel decreto istitutivo come una delle principali motivazioni per la realizzazione della riserva.

Qualche itinerario consigliato: il torrente Vacco, che si apre su un’area mineraria dove si trovano le Pietre di Caloro (miniere aurifere), mentre a destra continua prendendo il nome di Santissima. Questo ramo del corso d’acqua, arrivato all’altezza del versante occidentale di Monte Scuderi, si biforca nuovamente formando a sinistra la Valle degli Eremiti mentre a destra prosegue col nome di Valle Lameri e giunge sino al Piano Margi, dove si trova la Casa degli Alpini. A cento metri dal rifugio, in direzione Sud-Ovest, là dove il panorama si apre sull’Etna, affiora una sorgiva. Qui arriva anche l’antica strada militare.

Sempre da Piano Margi si diparte una bellissima mulattiera, percorribile a piedi, che si dirige verso Pizzo Sale. Dalla vetta del rilievo di Monte Scuderi , la più interessante dei Peloritani, si gode un incomparabile scenario che nei giorni di limpidezza atmosferica spazia dall’Etna all’Aspromonte.

Isola di Alicudi

L'isola di Alicudi è un vulcano alto 1600 metri, che emerge però per il 40%, fianchi rivestiti da arbusti e cespugli, resistenti al vento salato, giallo di ginestra, all’artemisia e all’euforbia arborea, ai rossi del ficodindia ...una prima immagine di Alicudi.

Una delle sette sorelle dell'Arcipelago delle Eolie, ora riserva naturale affidata all'Azienda Foreste.

Era chiamata anticamente Ericusa, perché ricoperta dagli arbusti dell’erica. Un'area ad elevato valore paesaggistico e naturalistico, colonizzata da una vegetazione fortemente influenzata dal mare, tra cui spiccano i perpetuini delle Eolie ed il limonio delle Eolie, specie presenti solo in questo arcipelago.

Alcune significative testimonianze dell'uomo: la Tonna, insediamento abitativo dove è funzionante un trappeto, la Montagna, insediamento umano del XVIII secolo e Pantalucci, piccola spiaggia, riparo per i pescatori.

Isola di Filicudi

Filicudi è "l’isola delle felci", o forse "dei fenici" e fa parte delle isole Eolie. È certamente una suggestiva riserva naturale dell’arcipelago eoliano con sei centri eruttivi: i Fili di Sciacca, lo Zucco Grande, la Fossa delle Felci, il Monte Torrione, la Montagnola, e il Capo Graziano.

La costa è punteggiata di numerose grotte e cavità laviche, la più conosciuta delle quali è la Grotta del Bue Marino, un tempo luogo di riproduzione della foca monaca, oggi estinta.

La riserva si caratterizza per una vegetazione tipicamente mediterranea. Una delle caratteristiche dell'isola è il cappero, detto orchidea delle Eolie, che si arrampica sulle pareti rocciose.

Filicudi è interessata dal transito di alcuni migratori, uno dei luoghi privilegiati di nidificazione del falco della regina (inserito nella lista rossa di specie in via di estinzione) è lo scoglio detto della Canna, alto 70 m, dove vive anche la lucertola endemica delle Eolie.

La fauna ittica annovera le cernie, le ricciole e le aragoste, che si muovono indisturbate in praterie di di gorgonie, fra corallo nero e rosso.

Isola di Panarea

Panarea, la più piccola isola dell’arcipelago delle Eolie presenta fenomeni di vulcanismo secondario con sorgenti di calda con acqua che raggiungono persino i 50° C, con geysers di acqua calda a mare. Un aspetto non indifferente che influenza ad esempio la fauna.

Nell’isolotto di Bottaro di Panarea si trova la Podarcis sicula trischittai, una delle 4 sottospecie della lucertola endemica Podarcis. Basiluzzo, una delle isolette minori, è ricoperta da rosmarino, cappero, lentisco ed euforbia.

Il suolo vulcanico, l’influenza del mare, il clima condizionano spingono all'adattamento la flora.

Sulle rocce affioranti, condizionate dagli spruzzi del mare e interrotte qua e là da piccole aree di terriccio, crescono i perpetuini delle Eolie, il finocchio di mare, la carota delle scogliere e il ginestrino delle scogliere. La vegetazione arbustiva tipica della fascia costiera è caratterizzata dall’euforbia arborea che predilige le stazioni prossime al mare, più calde, e si associa all’olivastro, all’assenzio arbustivo, all’endemica ginestra del Tirreno e al tè siciliano.

Stromboli

Da qui arriva il termine "stromboliano" ad indicare un fenomeno eruttivo caratterizzato da esplosioni violente con liberazione improvvisa di gas e magma.

Nonostante il nome, Strombolicchio è in realtà più antico di Stromboli. Uno scoglio imponente di selvaggia bellezza, distante un chilometro e mezzo dalla costa nord-est dell’isola, dai fondali marini ricchissimi di coralli e attinie, come il pomodoro di mare, che vive solo in acque particolarmente limpide.

Il versante est è caratterizzato dalla vegetazione arbustiva a ginestre, la zona di Ginostra dalla presenza degli olivi che qui venivano coltivati.

I fondali marini sono ricchissimi e variegati ed offrono uno spettacolo appassionante per i turisti che amano le esplorazioni e la fotografia subacquea.

Le acque limpidissime di questi luoghi sono un vero paradiso per gli amanti delle esplorazioni subacquee che rimangono incantati dinanzi agli spettacolari fondali.

Isola di Vulcano

L’arcipelago vulcanico delle Isole Eolie, di cui Vulcano, proveniendo dalla Sicilia, è il primo in ordine di apparizione, è stato dichiarato area protetta in più fasi, dal 1997 al 2000, coinvolgendo progressivamente tutte e sette le sorelle che la compongono.

Duplice valenza di interesse: riserva naturale e Patrimonio mondiale dell’Umanità, secondo il riconoscimento dell’UNESCO, per gli aspetti vulcanici.

Vegetazione mediterranea e grandi rapaci sono una nota caratteristica dell'intero arcipelago. Su Vulcano restano residui di una antica foresta di querce e lecci.

L'istituzione della riserva è stata voluta anche per tutelare il patrimonio ittico dei fondali.

Vallone Calagna

Questa Riserva naturale integrata, a 560 metri sul livello del mare, è stata istituita dalla Regione nel 2000 anche grazie alle rilevazioni di alcuni ricercatori.

Qui infatti nasce e cresce spontaneamente una pianta rara, la falsasanicola, nome scientifico Petagna saniculaefolia, relitto della flora del Terziario, che ha trovato il suo habitat naturale grazie all’incontro del clima di montagna mitigato dal Tirreno.

La Petagna ha bisogno di parecchia acqua: il Vallone Calagna, con i suoi mille rivoli, riesce ad assecondare questa richiesta, grazie alle sorgenti Padirà che si riversano poi nel torrente Calagna in direzione del paese.

Tutelata dalla convenzione di Berna, la Petagna è stata riconosciuta nel 1997 dalla Regione, che tre anni dopo ha istituito la riserva integrata, cioè con particolari criteri di rigidità nel rispetto dell'ambiente. Si consiglia la visita turistica in primavera, quando i fiori della Petagna, bianchi e dalla tipica forma rotondeggiante, sono facilmente visibili.

Siamo in pieno parco dei Nebrodi, fra faggete e noccioleti. Da qui si dipartono anche molti itinerari a carattere culturale. A Tortorici, città officina delle Campane, si giunge dopo un percorso di breve distanza. Da non perdere il museo Franchina.

Isola Bella

Poche parole per questa baia con al centro l’Isola Bella, scoglio celebre in tutto il mondo. Tra i muretti dell’isola vive una rarissima lucertola, Podarcis sicula medemi, all’ombra della macchia mediterranea, che si alterna a specie esotiche, inserite in passato da privati che sull’isola costruirono la loro dimora.

A Capo Sant’Andrea nidificano il Falco pellegrino e il Gheppio perfetti per il birdwatching e la fotografia naturalistica e tra le sue rocce si apre la suggestiva Grotta Azzurra. Dal 2000, è attivo il servizio di visite guidate dell’isola e migliaia sono i visitatori che attraversano, spesso a piedi nudi a causa dell’alta marea, l’istmo di ghiaia e ciottoli, che la collega alla terraferma.

I fondali della baia sono meta privilegiata dei diving centers della zona: pesci e molluschi, labridi e corvine spadroneggiano indisturbate tra le praterie di Posidonia oceanica.

Laghetti di Marinello

Laghi di acqua salmastra ai piedi del santuario di Tindari, a Oliveri, sono bacini temporanei originati da una serie di interventi, Il numero dei laghetti varia a seconda della stagione e delle maree.

Un paesaggio orizzontale bianco, verde e blu: i laghetti più interni diventano di acqua dolce.

Sul colle dirimpetto, un sentiero conduce alla grotta della Maga, caverna le cui pareti sono costellate da residui calcarei di molluschi.

La storia di questi laghetti appare sempre legata all’influenza del santuario: nel 1982 le maree tracciarono un lago dal profilo sembiante ad una donna con bimbo in grembo, che la fede popolare attribuì alla madonna nera di Tindari.

Laguna di Capo Peloro

All’estremità nord della costa orientale della Sicilia, a Messina, in quella curva di terra che gira dallo Ionio verso il Tirreno, Capo Peloro doppia la costa siciliana.

Qui, ai piedi dei "piloni", due aree lacustri, le lagune di Capo Peloro e Ganzirri, ospitano un ambiente molto particolare.

Le acque sono da tempo estesi allevamenti di molluschi, le rive sono meta fissa di uccelli migratori che qui trovano giusto riparo dalle fatiche dell’attraversamento contro vento dello Stretto. La Riserva è stata istituita nel 2001, per la sua particolarità vegetazionale e per tutelare le specie che vi svernano.

Montagna delle Felci

La riserva si trova a Salina, isoletta dell'Arcipelago delle Eolie, già dichiarato patrimonio dell'Umanità dalla lista dell'UNESCO. Le pendici di questa isola sono caratterizzate dalla presenza di vegetazione spontanea di sempreverde e macchia mediterranea. Ginestre, lentisco ed euforbia ammantano i fianchi di questi promontori del vulcano. Felci e porri sono ovviamente le specie dominanti.

Area di vecchia istituzione, è costituita da una serie di vulcani spenti da tempo, oggi divenuti zona privilegiata non solo di grandi rapaci ma anche di uccelli pelagici che regnano qui indisturbati.

Un tuffo nelle acque dell'isola di Salina rivelerà uno spettacolo assai affascinante. I fondali sono ricchi di esemplari di corvine e cernie, ricci e paguri.