Enna
Dall’alto di un crinale sporgente a forma di V a 911 m di altitudine, (capoluogo di provincia più alto d’Italia), Enna, “Il belvedere della Sicilia”, una delle città più antiche dell’isola, domina le alture circostanti della Sicilia centrale. Sorta come villaggio siculo e colonizzata dai greci, già nel VII secolo a.C. la città ha sempre avuto una sola funzione: Livio la definì “inespugnabile” e, per ovvie ragioni strategiche, Enna costituì una calamita per una serie di eserciti nemici, che a turno la assediarono e la fortificarono. Gli arabi, ad esempio, impiegarono vent’anni per conquistarla, e alla fine, nell’859, ci riuscirono solo penetrandovi attraverso le fognature. La via d’accesso a questa roccaforte di montagna è tuttora formidabile, con la strada che s’inerpica lentamente , uscendo dalla valle e avvolgendosi sinuosamente alla roccia fino alla vetta e al centro abitato. Enna è rimasta una città medioevale, persino il moderno sviluppo urbano riecheggia il suo passato difensivo con gli alti palazzi d’appartamenti e uffici che da lontano sembrano torri di vedetta.
La città di Enna è divisa in due parti principali: il centro storico sulla sommità della collina, Enna Alta, e la città moderna ai suoi piedi (Enna Bassa). Arrivando da sud si entra nella parte bassa tramite la SS561, che diventa poi la principale arteria cittadina, Via Pergusa. La stessa strada sale sino al centro storico. Provenendo da nord tramite l’autostrada Palermo-Catania si arriva nella città vecchia.
Cosa vedere a Enna
Castello di Lombardia
Le strade di Enna sembrerebbero dissolversi nel nulla se non fosse perle mura di cinta e per i bastioni del Castello di Lombardia. Il castello originale fu costruito dai saraceni e poi rinforzato dai normanni. Federico II di Hohenstaufen ordinò la costruzione di mura massicce con torri su ogni lato. Le mura sono ancora intatte, ma delle venti torri originali ne restano in piedi solo sei. La cinta racchiude un complesso sistema di cortili il più vicino all’ingresso, il cortile di San Martino, in estate viene utilizzato come teatro all’aperto. Da qui si può salire alla torre Pisana, da cui si ammira un panorama straordinario. Sull’altro versante della valle si trova Casalcibetta e in lontananza la valla dell’Etna. I passaggi segreti che un tempo conducevano all’ottagonale Torre di Federico II, passano ora sotto i giardini pubblici.
Rocca di cenere
A nord del castello una stradina scende fino ai suggestivi resti del Tempio di Demetra, dea della fertilità e dell’agricoltura, venerata sin dai tempi più remoti. Nel 480 a.C. il tiranno Gelone, nel timore che un cattivo raccolto sabotasse i suoi piani per la conquista di Siracusa, costruì in questo luogo un tempio per guadagnarsi il favore della dea. Si suppone che il tempio ospitasse una statua del re Trittolemo, uno testimone tra i mortali del rapimento di Persefone, figlia di Demetra, per mano di Ade, dio dell’oltretomba. In cambio dell’informazione ricevuta, Demetra insegnò a Trittolemo i segreti dell’agricoltura, che, in effetti, a Enna ha prosperato sin dall’antichità.
Duomo
Via Roma parte dal castello e prosegue verso la parte sud-occidentale di Enna ospitando lungo il percorso le principali attrattive turistiche della città. Una delle più significative è il duomo, una struttura dallo stile composito, in cui si può notare l’influsso dei molti invasori che cercarono d’impossessarsi di esso.
La curiosa facciata, con una torre campanaria del XVII secolo, è quanto resta della chiesa d’epoca gotica, mentre il sontuoso interno è totalmente barocco. Interessanti sono anche le rovine greco-romane del Tempio di Demetra, le mura adornano il presbiterio.
Museo Alessi
Il museo ospita il prezioso tesoro della cattedrale. La collezione era in origine proprietà del canonico Giuseppe Alessi che la lasciò al fratello affinché la donasse alla Chiesa. Questi, consapevole del profitto che ne avrebbe potuto ricavare, preferì invece venderla nel 1860 alle autorità religiose. Alcuni sono pezzi straordinari, come la corona dorata della Madonna tempestata di gioielli e smaltati.
Belvedere
Tutte le strade di Enna convergono verso Piazza Francesco Crispi con il suo splendido belvedere da dove lo sguardo si spinge fino a Calascibetta, posta sulla collina di fronte. La sera la piazza viene invasa dalla gioventù locale, ma fendendo la folla si può ammirare il tramonto sugli edifici color ruggine. Al centro della piazza è collocata la Fontana del Ratto di Proserpina, in ricordo della leggenda locale. Si tratta in realtà di una copia dell’originale del Bernini che si trova a Roma nella Galleria Borghese.
Feste e manifestazioni
Settimana santa: Circa tremila persone che indossano i manti e i cappucci delle 15 confraternite religiose della città partecipano a una solenne processione che si conduce all’interno del duomo.
Autodromo di Pergusa: Si trova a 9 km di Enna e in passato ha ospitato un gran premio di Formula 1 e importanti gare automobilistiche.
Festa di Maria Santissima della Visitazione:Il 2 luglio un’effige della santa patrona di Enna percorre le vie della città su un carro chiamato La Nave d’Oro tirato da contadini che secondo la tradizione dovrebbero indossare solo una fascia intorno ai fianchi. Oggi la fascia è stata sostituita da una lunga veste. La festa è accompagnata da fuochi d’artificio.
Castello di Lombardia: in estate vengono allestiti spettacoli e manifestazioni di ispirazione e ambientazione medievale.
Mangiare a Enna
A differenza delle località lungo la costa, qui la cucina è a base di carne, soprattutto montone o manzo, con accompagnamento di funghi e verdure grigliate.
Piazza Armerina e Villa Romana del Casale
Nella parte meridionale della provincia di Enna il paesaggio alterna impervi crinali montuosi a dolci campi coltivati fra cui sorgono animate cittadine. Uno dei principali luoghi d’interesse turistico in queste zone è la vivace cittadina di Piazza Armerina. Vicino ad essa si trova l’attrattiva più sensazionale della zona, i sontuosi mosaici romani della Villa Romana del Casale, ai primi posti tra i luoghi da visitare in Sicilia.
Piazza Armerina
Situata nel cuore di una delle zone più fertili dell’isola, questa città prende il nome da una delle tre colline su cui è costruita, il Colle Armerino. In realtà è formata da due città: Piazza, fondata dai saraceni nel X secolo sulle pendici del colle Armerino, e la sua espansione verso sud-est risale al XV secolo.
Nonostante la sua fama sia legata alla villa romana che sorge a 5 km più a sud, Piazza Armerina è una città belle ed elegante che merita una visita di un giorno o due.
La cattedrale è posta sulla sommità della collina; la sagoma imponente della cupola è visibile a chilometri di distanza, mentre la base dell’edificio è circondata dalle case a terrazza costruite sul fianco della collina. Da qui si gode un panorama sensazionale, la facciata risale al 1719 e la cupola fu aggiunta nel 1768. L’interno, tutto decorato in bianco e azzurro, presenta un altare maestoso dietro il quel si può ammirare la copia di un dipinto bizantino la Madonna delle Vittorie.
Di fronte al duomo sorge Palazzo Trigona, la statua al centro della piazza rappresenta il barone Marco Trigona che finanziò la costruzione della cattedrale. Da Piazza Duomo parte Via Monte che nel XIII secolo era la principale strada cittadina e da cui si dirama a spina di pesce un dedalo di angusti vicoli, quartiere più pittoresco della città. Accanto a Palazzo Trigona si raggiungono le rovine del trecentesco Castello Aragonese che, attraverso Via Vittorio Emanuele, porta nel centro nevralgico della città, Piazza Garibaldi, su cui si affacciano l’elegante Palazzo di Città e la Chiesa di San Rocco.
Villa Romana del casale
Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, è il più importante monumento di epoca romana di tutta la Sicilia. Si presume che la villa appartenesse a Massimiliano che fu imperatore insieme a Diocleziano(286-305 d.C.) da cui il nome di Villa Imperiale.
Sebbene esistano altre dimore che testimoniano lo sfarzo con cui amava circondarsi l’aristocrazia imperiale romana, la residenza del Casale si distingue per le sue dimensioni e l’incredibile estensione (3535 mq) dei mosaici policromi che ricoprono i pavimenti. Considerata l’antichità dei mosaici, a colpire gli studiosi sono il realismo, la fluidità dell’esecuzione e la varietà dei soggetti raffigurati che trattano ogni aspetto della vita quotidiana in una provincia romana. Le scene sono ricche di umanità, brio e persino di erotismo, lontane dal freddo simbolismo dei mosaici bizantini. Molta cura nei dettagli, come ad esempio il sangue che sgorga dalla ferita di un cervo azzannato da un leopardo, i putti ammiccanti che osservano i bambini giocare o le matrone in pose lascive. Sono così tante e diversificate le scene che potrebbero trascorrere ore ad osservarle.
Sperlinga
È uno dei paesini più interessanti, il nome deriva dal latino sperlunca, grotta, che si riferisce alle numerose abitazioni rupestri, vecchie di centinaia di anni, che perforano i pendii di arenaria sui quali è costruito il paese. In cima spunta inaspettatamente il formidabile castello merlato, una fortezza medievale e residenza baronale con magazzini, prigioni, sotterranei e stalle interamente scavati nella roccia, anche i gradini della lunga ripida e suggestiva scalinata d’accesso sono intagliati nella roccia. Il panorama da questa altezza abbraccia un territorio bruno tipico di questa parte della Sicilia.
Sull’arco della seconda porta d’ingresso del castello, passato il vestibolo, si d istingue un’antica iscrizione latina:”Quod Siculis placuit sola Sperlinga negavit”, Ciò che piacque ai siculi la sola Sperlinga rifiutò, iscrizione che si riferisce al periodo in cui Sperlinga fu l’unico paese della Sicilia ad aprire le porte agli Angioini, sanguinosamente scacciati dalle altre città siciliane durante la guerra del Vespro nel XIII secolo; barricatisi dentro il castello, i francesi resistettero un anno prima di arrendersi. Subito sotto il maniero, un piccolo museo archeologico ed etnografico espone un’eterogenea collezione di oggetti storici recuperati nella zona, accanto a strumenti agricoli e utensili domestici.