Arcipelago delle isole Eolie

Come raggiungere le isole Eolie? D’estate i traghetti e gli aliscafi salpano regolarmente per le isole da Milazzo e da Messina. A Milazzo le biglietterie si possono trovare lungo Via de Mille al porto, mentre a Messina l’ufficio è a metà di Via Vittorio Emanuele II.

Aliscafi e traghetti garantiscono regolari collegamenti tra le isole, che però vengono sospesi in caso di mare mosso. A Lipari città quasi tutti gli aliscafi e traghetti salpano da Marina Lunga (conosciuta anche come Porto Sottomonastero).

Le isole

Lipari

Vulcano

Salina

Panarea

Stromboli

Filicudi ed Alicudi

Storia delle isole Eolie

Le isole Eolie hanno alle spalle due tipi di storia: quella mitologia e quella reale.

Mitologica

Alla mitologia si devono molti dei toponimi che riguardano le isolo. L’arcipelago prende il nome da Eolo, il dio dei venti, che consegnò a Ulisse un otre dove erano racchiusi tutti i venti tranne uno, quello che doveva riportarlo ad Itaca. Lipari, l’isola capitale, prende il nome da Liparo, primo mitico re dell’isola. Il figlio di Giove, Vulcano, dio del fuoco e della metallurgia, aveva la sua fucina a Vulcano, e diede all’isola non solo il nome ma anche il suo temperamento piuttosto focoso.

Realtà

I primi colonizzatori greci arrivarono da Segesta e Selinunte nel 580 a.C. e diedero vita a un efficiente sistema economico basato sull’agricoltura, sul commercio e sulla pirateria, che portò molta ricchezza nelle isole. I greci usavano le Eolie anche come porti sulla rotta commerciale tra l’Egeo e il Tirreno e costruirono la loro acropoli sul promontorio, dove sono tutt’ora visibili i resti neolitici e di epoca classica.

Durante la prima guerra punica(269 a.C.) i cartaginesi stabilirono nell’arcipelago il loro quartier generale per le operazioni nel basso tirreno. Nel 251 a.C. Lipari, insieme a tutto l’arcipelago, fu conquistata dai romani che impoverirono l’isola.

Nel periodo compreso tra la dominazione romana e i saccheggi arabi le isole subirono un violento calo demografico e gli innumerevoli saccheggi da parte degli arabi distrussero le abitazioni. Le isole rimasero deserte per più di due secoli fin quando nel 1083 un gruppo di monaci si insediò sull’Acropoli, i quali, annunciano l’apparizione delle reliquie di San Bartolomeo, riuscirono a ripopolare le isole sotto la protezione del santo.

Nel XIX le misere condizioni di vita, in seguito alla distruzione dei luoghi da parte del pirata Barbarossa, determinarono una forte emigrazione verso l’Australia. Le Eolie avranno un volto alquanto triste fino agli anni ’50, quando la loro bellezza fu notata dall’industria turistica, artefice dell’immagine odierna delle isole annoverate tra le zone più belle della penisola.

Flora e fauna

La vegetazione è costituita in gran parte, oltre che dall’onnipresente fico d’india e dalle agavi, dagli arbusti della macchia mediterranea (ginestre, corbezzoli, oleandri, mirti, euforbie, artemisie, cisti, e erica) e da un rigoglio di specie annuali, mentre la vegetazione arborea è limitata agli scarsi resti di colture oggi abbandonate (ulivi, carrubi, fichi e mandorli) e a qualche bosco di pini, querce castagni a Salina. Le colture tuttora praticate sono solo la vite per la produzione della malvasia e i capperi.

Molti uccelli migratori fanno sosta sull’arcipelago in primavera e in autunno, stagioni nelle quali è possibile avvistare aironi rossi e cinerini, fenicotteri, gru, pellicani, cormorani e altre specie oltre a quelle stanziali come il gabbiano reale, il corvo imperiale e diversi rapaci tra cui falchie della regina, gheppi, poiane e molti altri.