Le riserve naturali nella provincia di Trapani

Monte Cofano

La Riserva Naturale Orientata, istituita nel 1997, annovera quasi 350 piante diverse, palme nane (la giumarra), ed altre capaci di resistere agli incendi ed alle frequenti alte temperature estive. Anche se comunque non sono del tutto scomparse le tracce di vegetazione arborea a leccio che un tempo doveva ammantare i fianchi del Monte Cofano.

Dal punto di vista botanico, una delle zone più significative è la presenza della Disa, l'ampelodesma di grosse dimensioni dove si rifugia ogni sorta di piccoli mammiferi e ovovivipari.

L'area di Monte Cofano a pochi passi dalla riserva dello Zingaro, fu abitato già in epoca paleolitica. Il borgo di Scurati, dentro l'omonima grotta, con i suoi graffiti, ne è un esempio, è qui che torna a rivivere ogni natale il rito del pane. Di rilievo anche gli antri di Miceli e Mangiapane dove sono state rinvenute testimonianze archeologiche risalenti al periodo paleolitico.

Più in basso, verso il mare, alcune torri di avvistamento spagnole e una tonnara completano il giro turistico, suggerendo la capillare rete organizzativa delle vecchie torri di avvistamento che nel 1500 Camillo Camilliani volle in Sicilia.

Isola di Pantelleria

L'Isola di Pantelleria è di origine vulcanica, dal mare cristallino e dalle rocce scure, ricca di grotte e testimonianze del passato, protetta dal 1998, presenta una fitta vegetazione mediterranea, con palme e boschi sempreverdi di pino a strapiombo sul mare. A distanza relativamente breve dalle coste africane, è un buon punto di sosta per i migratori.

Il Lago di Venere è una interessante area naturalistica nato da sorgenti sotterranee saline.

Altre emergenze naturalistiche dell'isola, sono Montagna grande, Monte Gibele, e monte Gelkhamahar. Dal punto di vista vegetazionale, l'isola si caratterizza per la presenza del Pino marittimo d'Aleppo. Ginestra, limonio e violaciocca hanno sviluppato endemismi locali, insieme a molte altre specie: Lampedusa , isolata geograficamente da altri sistemi naturali, ha fatto la sua strada.

Zingaro

Fra Scopello (Castellammare) e San Vito lo Capo, quest'area naturalistica, istituita dopo una marcia popolare che ha fatto la storia dell’ambientalismo in Sicilia, offre suggestioni da mare caraibico, emergenze geologiche e culturali.

Circa seicento le specie vegetali presenti all'interno dell'area della riserva, accanto all'olivastro ed al lentisco, il limonio flagellare, e di Todaro, le palme nane, che allo Zingaro, grazie alle condizioni climatiche favorevoli, raggiungono dimensioni ragguardevoli, quasi arboree. La palma è capace di sopportare le alte temperature estive e riesce a ricrescere anche dopo gli incendi. Elemento onnipresente del paesaggio locale, la palma è stata sempre usata per la realizzazione artigianale di suppellettili di uso comune, come scope e cappelli. Anche la presenza della quercia da sughero è un fatto abbastanza particolare.

I fondali sono ricchi di colori, addentrandosi per i sentieri più interni , ci si allontana da mare ma si scopre un'altro paesaggio. Suggeriamo l'area umida della contrada Acci, dove alcune pozze d'acqua ospitano il granchio di fiume ed il discoglosso dipinto.

Diversi sentieri attrezzati conducono a musei e casali recuperati. Da vedere la Grotta dell’Uzzo, la Grotta del Sughero, la grotta della Ficarella, un tempo frequentate dalla foca monaca.

Stagnone di Marsala

In sistema di isolette, ricche di vegetazione alofila, in un fondale basso popolatissimo di grandi predatori, all'interno di un’area a valenza archeologica fra le più importanti di Sicilia: Mothia, la punica città che ha recentemente restituito all’uomo il celebre Giovinetto.

La laguna abbraccia l'isola di San Pantaleo, anticamente Mozia, la Scuola, Santa Maria e l'Isola Grande, in cui le paludi di acqua salmastra, sono spezzate dalle antiche saline. Pozze d’acqua dolce alimentano giuncheti, macchie sempre verdi ed un ricco elenco di avifauna.

In un paesaggio orizzontale, disegnato da mulini e saline, da agavi e cumuli di sale, questa riserva affascina ed ammalia, specie al tramonto. Attivo quotidianamente un servizio di collegamento continuo con le isolette, facilmente raggiungibili in pochi minuti di navigazione.

Saline di Trapani e Paceco

Gran parte della Riserva include proprietà private, nelle quali piccole e grandi imprese esercitano la millenaria attività della "coltivazione" del sale.

Qui infatti le vasche per il sale funzionano ancora, scandite da albe e tramonti, stagioni e colori. E le vasche e le aree vicine sono divenute area di sosta di uccelli migratori, fra cui anche gli aironi, l’area è frequentata da circa 200 specie.

L'Avocetta è stata eletta simbolo della Riserva. Una vera "attrazione" della Riserva è il cosiddetto "Fungo di Malta", in realtà una pianta parassita e specie rara: in Italia, oltre alla zona fra Trapani e Marsala, è possibile osservarla solo in poche aree costiere della Sardegna e della Basilicata. Fra gli invertebrati, troviamo un piccolo crostaceo, l’Artemia salina, tuttora oggetto di grande interesse, sia in termini sistematici e di ricerca pura che di ricerca applicata.

Bosco di Alcamo

L’area naturale, riserva dal 1984, affidata tre anni dopo alla Provincia, è interessante per la varietà vegetazionale e per la presenza di un topo, il quercino, dalla tipica maschera. Abitato sin dall’epoca del bronzo, oggi conserva qualche traccia di un castello fatto erigere dai Ventimiglia.

Foce del Belice

Istituita nel 1984, questa splendida area naturalistica si caratterizza per le dune intorno alle quali si è formato un sistema florofaunistico particolare.

L'area compresa fra Marinella di Selinunte e Porto Palo, caratterizzata da una vegetazione palustre sull'asta terminale del belice, dove sostano e nidificano molte specie di uccelli.

Vi si trovano alcune dune stabili, che ostacolano i venti carichi di salsedine e ne impediscono l'avanzata delle sabbie verso l'interno. L’instabilità della costa non impedisce un fiorire spontaneo di flora e fauna, soprattutto invertebrati e rettili.

Grotta di Santa Ninfa

Complesso speleologico di natura carsica su base gessosa, si sviluppa per oltre un chilometro , con un sistema di grotte comunicanti.

L’elevato valore naturalistico della grotta di Santa Ninfa è legato inoltre alla presenza di una interessante fauna cavernicola, adattata a vivere in assenza di luce e in ambienti con elevato tasso di umidità.

Sono circa 60 cavità, ricche di minerali dalle forme bizzarre, a cavallo dei comuni di Gibellina e Santa Ninfa, alimentate dal torrente Biviere, che nasce su terreni argillosi alle pendici di Monte Finestrelle (sito di una necropoli paleocristiana), e termina il suo corso superficiale in una grande valle cieca occupata da vigneti.

Un piccolo fiume sotterraneo alimenta la grotta. Nell’area del Biviere, troviamo euforbia arborea, del timo e delle orchidee selvatiche; nei valloni è presente una rigogliosa vegetazione ripariale, di grande interesse per l’elevata diversità della flora.

Preola e Gorghi Tondi

A Mazara del Vallo, riserva dal 1998, affidata al WWF, è costituita da 4 laghi di origine carsica, avvolti da canneti e fitta bassa vegetazione lacustre, ottimo riparo per uccelli migratori e stanziali. Vi crescono la palma nana, a quercia calliprina, il lentisco, presente anche una ricca fauna. L’area è fruibile tutto l’anno previa prenotazione da effettuare contattando gli uffici dell’Ente Gestore. È consigliata la visita nei periodi primaverile ed autunnale, quando diverse specie di avifauna acquatica sono di passo e/o svernano nell’area.

Sono disponibili per la fruizione il Centro visitatori con aula didattica multimediale, due sentieri natura attrezzati con relativi osservatori sul lago Preola e sul Gorgo Basso.

L’osservatorio sul Gorgo Basso è raggiungibile anche da persone diversamente abili dopo circa 180 metri di un sentiero immerso nella rigogliosa macchia mediterranea.

L’osservatorio sul lago Preola rende agevole e senza disturbo l’osservazione di diverse specie di avifauna acquatica, specie nel periodo primaverile, quando alcune specie hanno nidificato fra i canneti che circondano le acque basse del Preola.